Raffaele Maffei da Volterra (il Volterrano)
(Raphaelis Volterranus)
(Roma. 17 febbraio 1451-Volterra, 25 gennaio 1522). Umanista, storiografo, teologo e ufficiale della curia.
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Nato a Roma il 17 febbraio 1451 da Gherardo, segretario di Callisto III e di Pio II; in una lettera al cardinale Cortellesi del 1° agosto 1513, il Maffei scrive infatti da Volterra, dove si era ritirato alla fine del 1502: "Romam meam, in qua et natus et educatus sum, revisere cupio" (Paschini 1953, 344 n. 38 e 39 trae la citazione dal codice Ottoboniano lat. 2377, f. 208v). Nel 1468, a soli 17 anni, fu nominato scriptor apostolicus da Paolo II, ufficio che conservò anche dopo le nozze con la volterrana Minuccia, detta Tita, di Bartolomeo Minucci. Fu amico di Tommaso Fedra Inghirami e dei due fratelli Alessandro e Paolo Cortesi; il che fa pensare ad un rapporto abbastanza stretto con l'accademia romana. Le relazioni con i principali umanisti dell'epoca sono attestate dalle schede biografiche che si leggono nel capitolo "De his qui reliquis in artibus claruerunt" nel XXI libro dei suoi Commentarii urbani, pubblicati per la prima volta a Roma, da J. Besicken, nel 1506 e dedicati a Giulio II. L'opera, di carattere enciclopedico, fu ristampata a Parigi nel 1511 da Jean Petit, a Basilea, presso i Froben nel 1530 (con molte ristampe) e a Lione, presso il Gryphius, nel 1552.
Benché nel corso dell'opera egli citi di frequente il Valla e le scoperte epigrafiche di Pomponio (Accame 2008, 18, nota), e benché la sua distinzione netta tra Seneca retore e Seneca filosofo derivi sicuramente dalla lezione di Paolo Pompilio (cfr. Raphaelis Volaterrani Commentariorum urbanorum libri triginta octo, Basileae, apud Hieronymum Frobenium et Nicolaum Episcopium, anno MDXLIIII, f. 223v), tuttavia le notizie biografiche che egli ci dà su Pomponio Leto (e quelle sul Valla), riflettono il clima di rigorosa ortodossia e di assoluto ciceronianismo che, proprio grazie all'Inghirami e a Paolo Cortesi – di cui ricordiamo la polemica con Poliziano – dominavano nell'Accademia romana negli ultimi decenni del '400. Ecco la nota biografica sul Leto, che traiamo dall'edizione di Basilea, apud Frobenium et Episcopium, 1559, libro XXI, p.490, 2:
Pomponius, natione Calaber, Graecorum ignarus, tantum antiquarium sese factitaverat; ac siqua nomina exoleta ac portentosa invenerat, scholis ostentabat. Iuventutem Romanam erudiit, labore alioquin adsiduo, noctibus totis vigilabat, libros ipsemet scriptitando, simul et discebat et proficiebat. Ex salario et discipulorum mercedibus parvum agellum et domusculam in Quirinali sibi paraverat, ubi sodalitatem literatorum, ut ipse appellabat, instituit. In qua urbis Natalem et Romulum coluit, initium abolendae fidei.
Si vede chiaramente che il Maffei tende a ridimensionare la cultura del Leto, e sopratutto con la nota finale lo confina nell'ambito degli eretici.
Per una discussione del cenno biografico del Maffei, cfr. Campanelli & Pincelli 2000, 180-81; per la vita di Maffei, cfr. D'Amico 1975, 37-39 e Benedetti 2006.
Lucia Gualdo Rosa
(maggio 2009)
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Lucia Gualdo Rosa, "Raffaele Maffei," Repertorium Pomponianum, URL: www.repertoriumpomponianum.it/pomponiani/ maffei_raffaele_volterrano.htm,